Importanti aggiornamenti per i servizi per la fragilità (servizi domiciliari, servizi diurni e residenziali per persone con disabilità e persone anziane): immunizzazione ospiti, accesso ai servizi, regolamentazione visite, nuove modalità svolgimento attività nella realizzazione del Progetto Individuale

Con la DELIBERAZIONE N° XI / 5320 del 04/10/2021 (DGR 5320), la Giunta regionale della Lombardia ha fornito INDICAZIONI PER L’ACCESSO ALLE UNITÀ DI OFFERTA SOCIOASSISTENZIALI E PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ NELLE UNITÀ DI OFFERTA SOCIALI RIVOLTE ALLE PERSONE CON DISABILITÀ A CARATTERE DIURNO – SERVIZIO FORMAZIONE ALL’AUTONOMIA PER PERSONE DISABILI (SFA) E CENTRO SOCIO EDUCATIVO (CSE)

Per UNITA’ DI OFFERTA SOCIALE DI TIPO RESIDENZIALE si intendono

  • Comunità Educative (incluse le Comunità Educative Genitore Figli)
  • Alloggi per l’Autonomia (inclusi gli Alloggi per Autonomia di Tipo Educativo e gli Alloggi per l’Autonomia Genitore Figli)
  • Comunità Familiari
  • Comunità Alloggio per Disabili
  • Alloggi Protetti per Anziani
  • Comunità Alloggio per Anziani (C.A.S.A.)
  • Altre forme di accoglienza abitativa sperimentali ai sensi dell’art 13 della l.r. 3/2008

Per UNITA’ DI OFFERTA DIURNE A CARATTERE AGGREGATIVO PER MINORI ANZIANI E DISABILI si intendono

  • Servizi educativi diurni per minori ex dgr 2857/2020 (anche di tipo sperimentale ai sensi dell’art 13 della l.r. 3/2008)
  • Centri di Aggregazione Giovanile (CAG)
  • Centri Diurni Anziani (CDA)
  • Servizi Formazione all’Autonomia (SFA)
  • Centri Socio Educativi (CSE)

Per ATTIVITÀ DI ASSISTENZA DOMICILIARE SIA DI TIPO SOCIALE CHE EDUCATIVO si intendono

  • Servizio di Assistenza Domiciliare anziani e disabili (SAD e SADH)
  • Assistenza Domiciliare Minori (ADM)

ALTRI SERVIZI

  • Servizi di “spazio neutro” (genitori e minori)
  • Interventi di Affido familiare

In coerenza con le attuali disposizioni sanitarie in tema di contrasto e prevenzione della diffusione della pandemia, si richiama l’opportunità che, anche per gli ospiti/utenti della rete delle unità d’offerta socioassistenziali in tutte le sue articolazioni, vengano portate a compimento le procedure di immunizzazione; nel caso ciò non possa avvenire, gli enti gestori organizzeranno la permanenza nelle unità d’offerta indicate adottando le modalità previste dalle precedenti disposizioni (circolare regionale n. 8 del 2 luglio 2020 “COVID fase 2. Indicazioni a richieste di chiarimenti nel contesto della rete d’offerta sociale”).

Rimane inteso che il possesso della Certificazione verde COVID-19 non si applica per accedere alle sopracitate unità d’offerta, attività e servizi ai bambini sotto i 12 anni, esclusi per età dalla campagna vaccinale.

REGOLAMENTAZIONE DEGLI ACCESSI NELLE STRUTTURE DA PARTE DI ESTERNI

Uno stretto monitoraggio dell’ingresso di casi positivi o sospetti di COVID-19 è di fondamentale importanza e richiede un’attenta regolamentazione degli accessi nella struttura che dovrà prevedere specifiche procedure differenziate per tipologia di soggetto esterno (es.: visitatori, caregiver, familiari, badanti, operatori, consulenti, volontari, fornitori, corrieri, autisti, personale di mezzi di trasporto, addetti ad attività di controllo/ispezione, ecc.).

Come da Ordinanza del Ministro della Salute dell’8 maggio 2021, confermata con nota della Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità Prot. J2.2021.0086080 del 03.06.2021, l’ingresso è consentito a visitatori in possesso di Certificazione verde COVID-19 di cui al DL 22 aprile 2021 n. 52, art. 9, convertito in legge 17 giugno 2021, n. 87 e comunque sempre nel rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio.

Compatibilmente con la disponibilità di personale da dedicare alle visite in presenza, la struttura garantisce in sicurezza una programmazione degli accessi dei familiari lungo l’arco della giornata con modalità e forme atte ad evitare assembramenti e nel rispetto della necessaria riservatezza e discrezione, sorvegliando i locali in cui si svolgono gli incontri senza la necessità di un controllo per ciascuna singola visita.

Laddove presenti, si suggerisce di valutare la possibilità di coinvolgere le associazioni di familiari e di volontariato adeguatamente formate per gestire in sicurezza le fasi di ingresso/uscita dei visitatori e la loro permanenza in struttura.

Per visitatori/familiari in possesso di Certificazioni Verdi COVID-19, si richiama l’attenzione sull’opportunità di assicurare il loro accesso tutti i giorni della settimana anche festivi, salvo diversa e motivata disposizione del legale rappresentante in accordo con il referente per la prevenzione e controllo delle infezioni COVID-19.

Le fasce orarie per le visite, la durata – congrua al bisogno assistenziale/relazionale-affettivo – la frequenza degli accessi e il numero dei visitatori autorizzati contemporaneamente per ciascuna persona, sarà definita dalla struttura, in funzione delle caratteristiche organizzative di ciascuna unità d’offerta, al fine di assicurare un’equa rotazione della presenza dei visitatori stessi.

REGOLAMENTAZIONE DEGLI INGRESSI DEGLI OSPITI IN STRUTTURE SOCIOASSISTENZIALI RESIDENZIALI.

Fatto salvo quanto previsto dalla circolare regionale n. 8 del 2 luglio 2020 “COVID fase 2. Indicazioni a richieste di chiarimenti nel contesto della rete d’offerta sociale”, le uscite temporanee degli ospiti delle strutture residenziali, così come indicato all’art. 2 quater della Legge 17 giugno 2021, n. 87, sono consentite purché tali persone siano munite delle Certificazioni Verdi COVID-19, senza che sia necessario, dopo il rientro, ricorrere a specifiche misure di isolamento.

REGOLAMENTAZIONE DEGLI INGRESSI DEGLI UTENTI/OSPITI IN STRUTTURE SOCIOASSISTENZIALI NON RESIDENZIALI

Si forniscono le seguenti indicazioni per gli ospiti/pazienti che sono in lista per essere presi in carico e che non hanno ancora ricevuto il vaccino anti COVID-19: • Setting semiresidenziale/diurno (SFA, CSE, CDA) Attivazione da parte dell’MMG con il supporto della ATS (anche dopo eventuale confronto con il Responsabile della U.d.O. Socioassistenziale che eroga le prestazioni ovvero con il Referente COVID-19 della stessa), dei necessari percorsi per effettuare la vaccinazione prima dell’inizio della presa in carico, salvo i casi dove non è indicata o è rifiutata.

Se l’inizio della presa in carico non è differibile a dopo la conclusione del ciclo vaccinale o comunque non procrastinabile almeno a dopo 14 giorni dalla somministrazione della 1° dose di vaccino, oltre al consueto triage-COVID ad ogni accesso (indagare febbre > 37.5°C, sintomi sospetti, contatto di caso, stato di quarantena/isolamento, ecc.), prevedere anche l’esclusione della diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 mediante l’esecuzione di tampone al tempo 0 (comunque entro 48 ore antecedenti il primo accesso) e poi settimanale o secondo screening con periodicità definita dalla struttura.

INDICAZIONI PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ NELLE UNITÀ DI OFFERTA SOCIALI A CARATTERE DIURNO: SERVIZIO FORMAZIONE ALL’AUTONOMIA PER PERSONE DISABILI (SFA) E CENTRO SOCIO EDUCATIVO (CSE)

Riteniamo particolarmente significative le indicazioni per lo svolgimento delle attività nei servizi diurni per le persone con disabilità: l’emergenza sanitaria ha reso evidente la necessità di un superamento dei modelli di intervento centralizzati che richiedono l’attivazione di trasporti di gruppo e orari eguali per tutti e che allontanano dai luoghi di vita in favore di un’offerta diversificata, diversamente modulabile, per meglio rispondere e orientare a un nuovo modello di intervento, fondato sulla progettazione individuale del tempo di vita delle persone, per consentire la realizzazione di attività individuali o di piccolo gruppo, anche utilizzando le sedi o altri spazi, evitando il concentrarsi di persone.

Il Progetto Individuale è posto come elemento cardine della programmazione. Tutta la più recente normativa nazionale e regionale inquadra l’attività dei diversi servizi e progettualità come parte del Progetto individuale previsto dalla L.328/2000; ciò significa che anche i percorsi svolti dai Servizi vanno ricollocati in una visione più ampia dei bisogni della persona e della sua famiglia, superando ogni dimensione autoreferenziale.

Determinante in questo senso il coinvolgimento diretto della persona e del suo nucleo e il Servizio Sociale di Base del Comune di residenza e l’Equipe di Valutazione Multidimensionale ove necessario.

Questo cambio di prospettiva è stato ben evidenziato nella DGR n. XI/3183/2020, la quale declina le tipologie di intervento che devono essere riconosciute come attività proprie del servizio e condivise con famiglie e servizi sociali di base nel contesto del Progetto Individuale e pertanto pienamente riconosciute nel budget del servizio come avviene per le attività in presenza.

La lettura/analisi delle attività svolte dai servizi durante tutto il periodo di emergenza sanitaria – frutto del lavoro condiviso con il gruppo di monitoraggio tecnico e del confronto con ANCI Lombardia – pone l’attenzione su alcune evidenze che consentono di definire in via sperimentale alcune tipologie di attività all’interno delle unità di offerta sociale per la disabilità: Servizi di Formazione per l’Autonomia (SFA) dgr 7433/2008 e Centri Socio-Educativi (CSE) dgr 20763/2005.

  1. Le attività di supporto al domicilio: hanno consentito una rilettura del Progetto individuale evidenziando alcuni elementi significativi:
    ➢ possibilità di porre uno sguardo nuovo sul contesto familiare, sull’organizzazione dei nuclei, su bisogni che sono sottovalutati o ai quali è opportuno prepararsi. L’intervento a domicilio apre a sguardi inediti e alla possibile condivisione con i Servizi Sociali di Base; apre una ricca opportunità di cogliere possibili necessità, sostenere competenze gestionali (es. organizzazione della casa e degli spazi pur nel rispetto delle scelte, della sicurezza), porre attenzione a tutti i componenti del nucleo per cogliere eventuali esigenze dei conviventi (pensiamo alla presenza di altri figli minori, o altri familiari fragili ad es.).
    Il rapporto fiduciario che si instaura con il Servizio potrebbe essere considerato come “facilitatore” per affrontare i problemi e le fatiche complessive del nucleo familiare, avvicinando, nel contempo, la relazione con Il SSB.
    Attenzione al contesto. Il domicilio e il suo intorno ci richiamano alla possibilità di sostenere la persona nel suo contesto e il contesto che vive intorno alla persona (empowerment). Tra i compiti istituzionali vi è anche quello di favorire la socializzazione e l’inclusione della persona al proprio paese/quartiere, e può trasformarsi nell’occasione per promuovere un maggior protagonismo delle persone con disabilità nelle relazioni con il contesto. Le azioni sul territorio, sia che riguardino il singolo sia che si rivolgano ad un piccolo gruppo, sono un’occasione per agire sugli ambienti di provenienza e non solo nel luogo dove ha sede il servizio. Si tratta di restituire le persone alla propria realtà e ridare la propria realtà alle persone. L’esperienza di questi mesi apre uno scenario nuovo rispetto alla possibilità di territorializzare gli interventi, superando l’idea del Centro come presidio fisico, in favore di un avvicinamento ai luoghi di residenza e di appartenenza.
  2. Le attività da remoto: sono state di primaria importanza per tutta una fase ed hanno visto una capacità di innovazione da parte dei servizi. Hanno permesso di mantenere rapporti individuali, momenti di gruppo, di proporre laboratori interattivi e tutorial che hanno sostenuto sia le persone con disabilità che le famiglie. L’attività da remoto ha anche permesso di accedere in modo indiretto alle abitazioni, di scoprire abilità, competenze, strategie inedite nelle persone e nelle famiglie, aspetto da tenere in grande considerazione anche per una rivalutazione progettuale. Ha inoltre contribuito a definire un ruolo diverso dell’operatore nel confronto con la famiglia, favorendo una maggior vicinanza e intensità. Dal confronto con i servizi emerge l’utilità di mantenere questa modalità ricalibrandola alla situazione odierna. In particolare, è importante riconoscere il valore delle proposte da remoto:
    per coloro che frequentano con modalità parziale o alternata, o assenti per malattia/altre cause, prevedendo appuntamenti regolari che aiutino a scandire la giornata a casa;
    ➢ da declinarsi il sabato e domenica, festivi e periodi di ferie, per mantenere viva una relazione, una migliore gestione del tempo, garantire un sollievo alle famiglie per alcuni momenti o comunque, un sostegno alle famiglie nel proporre momenti di attività con i figli/familiari disabili;
    ➢come possibilità di costruire una rete di relazioni più ampia tra Servizi diversi e tra persone frequentanti i servizi, condividendo proposte, appuntamenti iniziative, ottimizzando idee, risorse per arricchire lo scambio e i rapporti; ➢ come opportunità rivolte a persone anche non iscritte al Servizio (persone dimesse in passato ma anche altri cittadini con disabilità che vivono in famiglia o presso servizi residenziali ecc.).
  3. Le attività presso il Centro e Spazi alternativi. In continuità con le indicazioni poste dalla DGR n. XI/3183/2020, considerata l’evoluzione del quadro epidemiologico, delle disposizioni in tema di prevenzione del contagio, e gli esiti della campagna vaccinale sugli utenti delle unità di offerta, considerate inoltre le iniziative adottate nei diversi territori, si indicano dei possibili criteri di riferimento per un rilancio della qualità dell’offerta presso le sedi dei Servizi:
    ➢ nell’ottica della promozione del benessere delle persone fragili, l’opportunità di ampliare la disponibilità dell’utilizzo degli spazi e aumentare la flessibilità dei servizi va coniugata con il rispetto dei requisiti strutturali e gestionali previsti per le singole unità d’offerta nonché con le misure sanitarie di prevenzione del contagio che devono sempre essere rispettate;
    ➢ nell’organizzazione del Servizio i rapporti numerici utenti/educatori devono essere applicati considerando che, se si prevedono attività esterne, in spazi alternativi contemporaneamente allo svolgimento delle attività “ordinarie” dell’Unità di Offerta, è possibile che il livello di presenza del personale educativo venga modulato in funzione della complessità della gestione degli ospiti e delle attività in contesti diversi sempre nel rispetto degli standard gestionali previsti.
    ➢ L’ampliamento e l’articolazione degli orari e giorni di apertura in considerazione delle norme di sicurezza, permettono un diradamento delle presenze nelle diverse fasce orarie e di adeguare la proposta in relazione alle esigenze di lavoro e ai tempi di vita delle famiglie, introducendo elementi di flessibilità generale importanti. Si guarda con attenzione al superamento di modelli organizzativi e calendari di apertura che riflettono ancora l’esperienza scolastica e alla necessità di adeguarsi alle mutate esigenze delle persone e delle famiglie.
    ➢ utilizzo di spazi complementari al Servizio che permettono di effettuare attività ed esperienze diversificate.

Leggi la dgr 5320 integrale

A cura dell’avv. Marina Verzoni
Servizio Legale Ass. InCerchio per le persone fragili