La continuità didattica
Cenni di cambiamento
Il recente report ISTAT sull’inclusione scolastica relativo all’anno scolastico 2022/23 ha nuovamente posto luce su un problema tristemente noto nel modo della scuola, evidenziando come il 60% degli alunni con disabilità cambi insegnante di sostegno da un anno all’altro e il 9% cambi insegnante anche all’interno dello stesso anno scolastico.
La continuità educativa e didattica, però, risulta un prerequisito imprescindibile per la buona riuscita di un progetto educativo e il cambio frequente dei docenti di riferimento mina fortemente la qualità del percorso scolastico, generando destabilizzazione negli alunni, nonché innegabili perdite di tempo di valore inestimabile.
Gli insegnanti non sono pezzi di ricambio che una volta sostituiti consentono ad una macchina di continuare a funzionare in modo indisturbato, bensì il cuore pulsante di una delle istituzioni più preziose in una società civile, il cui strumento primario di lavoro è la relazione. Arrivato in un nuovo contesto, un insegnante di sostegno (ma non solo) impiega tempo per conoscere l’alunno o gli alunni e costruire con lui/con loro una relazione educativa significativa basata sulla fiducia, e lo stesso vale anche per gli studenti. Solo dopo un periodo iniziale di conoscenza tra alunno e docente, definizione dei reciproci confini, individuazione di modalità comunicative idonee e costruzione di una relazione, è infatti possibile iniziare a lavorare in modo efficace, realizzando una progettualità funzionale al percorso di crescita di ciascuno studente.
Inoltre, altri aspetti rilevanti che richiedono un grande lavoro ed un investimento non indifferente di energie riguardano la collaborazione intra-professionale tra docenti dello stesso istituto e la collaborazione tra docente e componenti del Gruppo di Lavoro Operativo (GLO) attivo per ogni studente con disabilità. Appaiono evidenti le ricadute legate alla necessità di dover intessere ogni anno queste relazioni a partire da zero.
Di pochi giorni fa la notizia che, finalmente, un primo passo normativo in questa direzione è stato fatto.
Per dare attuazione a quanto già previsto nel D.Lgs. n° 66 del 2017, lo scorso 26 marzo il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il Disegno di Legge Semplificazione, all’interno del quale è contenuta una norma che, come evidenzia il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, prevede che “le famiglie, se lo riterranno opportuno, potranno chiedere la conferma del docente precario sulla cattedra di sostegno, con il consenso del docente e qualora non sia intervenuta l’assegnazione di un docente di ruolo”.
Benché questo passo non sia risolutivo, possiamo accogliere con piacere una norma che fa fronte all’annoso problema della discontinuità didattica, nella speranza che ulteriori provvedimenti facciano seguito alla promessa del Ministro di “rimettere lo studente al centro”, realizzando la solida garanzia che la continuità didattica insieme alla formazione dei docenti siano sempre più i pilastri di una scuola che guarda al presente e al futuro.
A cura di dott.ssa Federica Marci
servizio pedagogico Ass. InCerchio